26 settembre 2010

Vendemmia 2010

Manca solo una bella doccia poi ho finito.

La vendemmia 2010 è iniziata giovedi nella vigna di ste, si perché se vuoi un buon vino ci vuole una buona uva e l'uva di ste è buona e biologica.
Le mie viti non sono ancora tutte in piena produzione, in più quest'anno molta uva si è ammalata.
Ho finito di sistemare la cantina qualche giorno fa, ho comprato una pigiadiraspatrice nuova (quella dell'anno passato non era mia) il tino, da 3 ql, è sempre lo stesso, per adesso basta e avanza, visto che in tutto ho fatto 2 ql di mosto, poi ne ho tolto una ventina di litri per farci il succo d'uva.



A proposito del succo d'uva, sto provando un metodo nuovo per cercare di evitare che si formino molte fecce sul fondo: lo sterilizzo in un pentolone portandolo a 70° per uccidere i lieviti, adesso aspetto un paio di giorni e lo imbottiglio e lo sterilizzo di nuovo.

L'uva bianca l'ho appesa per il vinsanto, fra tre mesi verrà pigiata, strizzata e messa in un caratello che ancora devo comprare. È importante per il vinsanto che ci siano i lieviti giusti, ci vuole la madre.

Grazie a ste, alla sua famiglia e alla combriccola degli amici vendemmiatori per la bellissima giornata :-)

20 settembre 2010

Alambicco

Capita a volte che vai al mercatino dell'usato e trovi oggetti interessanti.






È successo domenica, finito il giro, proprio sul bancone della cassa c'era questo oggetto misterioso, guardando bene capivo che era un alambicco, l'aspetto insolito mi traeva in inganno.

Non è il solito alambicco con il deflemmatore, il collo di cigno e la serpentina ben in vista.
Questo alambicco ha un sistema molto semplice e forse anche più pratico: la caldaia è un pezzo unico che finisce con un collo conico. La testa si inserisce sopra la caldaia ad incastro ed è una sorta di cappello-bacinella, dove due tubi servono per far circolare acqua fredda nella bacinella sopra, mentre il cappello sotto, una specie di bombetta, condensa i vapori, grazie alla refrigerazione dell'acqua, che poi finiscono in una scanalatura e infine escono tramite un tubo di scolo.

Il tutto l'ho portato a casa per 20 €

16 settembre 2010

C'era una volta il made in Italy

Che a Prato ci sono tanti cinesi me ne ero accorto, ma che abbiamo la più alta concentrazione d'europa non lo sapevo!
Adesso lo sanno anche in America, c'è un articolo in prima pagina del New York Times.

L'inchiesta prosegue poi con la messa in evidenza della scarsa legalità di queste imprese; "gli operai cinesi che lavorano 24 ore su 24 nelle 3.200 aziende, fabbricano vestiti, scarpe e accessori di fascia bassa, spesso con materiali importati dalla Cina, per venderli a metà prezzo a negozi di fascia bassa nel mondo intero". La causa scatenante, secondo il Nyt, del fallimento del Made in Italy è stata la debolezza mostrata dalle istituzioni in Italia e la tolleranza nei confronti della creazione di tali sistemi. «L'Italia ha consentito ai cinesi di offuscare la linea di demarcazione tra "Made in China" e "Made in Italy", minando il prestigio e la commercializzazione esclusiva di beni di fascia alta».


Ho seguito un blitz a Prato personalmente, dove hanno trovato nove cinesi che dormivano dietro un paravento in un magazzino, sequestrato il magazzino la stessa notte, i cinesi, hanno tagliato il lucchetto e sono entrati per portare via le macchine.






Muniti di telecamera ad ogni portone, si chiudono all'interno non facendo entrare nessuno che non abbia gli occhi a mandorla, e poi dicono che i razzisti siamo noi.

07 settembre 2010

Calabrone assassino


C'è un post di ste che ha molto successo, "eliminare calabroni", non è che sono sadico, o non amo gli insetti, amo tutti gli insetti del mondo, fino a che non mi rompono i c...ni.
È che questi calabroni sono un mese che rapiscono le mie api: volano davanti alle arnie fino a che non riescono a catturare un ape in volo e se la portano via.

Volete sapere cosa ci fa il calabrone con le api?

"Quando il nido è pronto la femmina del calabrone depone le uova, uno in ogni cella, introducendovi l'addome. Dopo cinque giorni ne escono le larve, che rimangono fissate al fondo della cella con l'estremità posteriore del corpo. La madre le nutre dapprima con nettare, poi con alimenti più sostanziosi: come gli altri vespidi piomba sulla preda, l'atterra e le spezza ali e zampe; poi mastica il torace della preda, ricco di proteine per la presenza dei muscoli del volo, afferra la pallottola con le mandibole e la porta alla prole." Fonte

Ecco, a me viene la disperazione...
Sono impotente a un simile genocidio, ho sentito di intere famiglie attaccate e distrutte da calabroni.

04 settembre 2010

Il buco nell'oliva!




Si, l'immagine non è molto a fuoco, ma si vede che si tratta di un'oliva bacata.
Per fortuna è l'unica che ho visto con il buco di uscita della mosca che ha sfarfallato. In molte altre olive c'è il punto d'ingresso dove la mosca ha deposto, ma l'uovo è morto prima di schiudersi. L'uovo e la larva della mosca olearia muore se la temperatura supera i 32 gradi per alcuni giorni.
La temperatura ideale per la mosca è tra i 20 e i 30 gradi, con una forte percentuale d'umidità e quest'anno è già capitato molte volte.