31 dicembre 2008

Quando i lavori si fanno pesanti!

In questi giorni di calma apparente, mi sono cimentato in un lavoro alquanto impegnativo e faticoso.
Ora sappiamo che in un terreno abbandonato a se stesso nel corso di anni oltre che rimboschirsi avviene una lenta ma inesorabile trasformazione del suolo, specie se il terreno ha una forte pendenza.
Le povere viti che erano state impiantate in questo suolo, si sono trovate in una situazione un po' difficile, trovandosi in concorrenza con altre specie vegetali.
Nel corso del primo anno che sono entrate in mio possesso, sono riuscito a liberarle e farle rigenerare, molte partendo con nuovi tralci dall'altezza del suolo.
Ma come dicevo prima la terra causa le piogge si muove, le viti innestate devono mantenere il punto di innesto fuori dal terreno, causa l’inefficacia di questo.
Utilizzando solo attrezzi in mio possesso (vanga e zappa) sto ritirando su, nel terrazzo di sopra, la terra franata nel corso del tempo.
L’operazione ha molti vantaggi, oltre che scalzare le viti rendo i filari accessibili e lavorabili con il trattorino, mentre il terrazzo di sopra può essere spianato e riacquista un consistente strato di terra da utilizzare anche eventualmente per ortaggi.
Adesso nasce il problema nel contenere la terra, non avendo abbastanza pietre a disposizione per rinforzare i terrazzi sta prendendo campo l’idea di utilizzare alcuni pali da fissare ai bordi.



5 commenti:

Anonimo ha detto...

In alcuni posti (in Italia per esempio lo fanno in Calabria) utilizzano eucalipti intercalati ai filari di viti, per evitare lo smottamento del terreno visto che coltivano solo a terrazze. L'eucalipto cresce in fretta, si adatta bene un po' ovunque e la parte aerea costituisce circa 1/6 rispetto all'apparato radicale che si sviluppa molto velocemente. E' una pianta ideale per gli smottamenti di terreno... ci metti magari un anno di pazienza ma ne godi per i prossimi. ;) Altrimenti rimangono i metodi classici: palificate, viminate, graticciate, inerbimento

Joe Skop ha detto...

che spettacolo di posto. Veramente notevole, complimenti. Il lavoro che riverserai nella terra ti verrà ricompensato.

Harlock ha detto...

@Erbaviola: prenderò in considerazione il tuo suggerimento, anche se il posto d'estate è abbastanza arido e per ora di acqua c'è solo quella che riesco a raccogliere con le piogge invernali; non so se l'eucalipto riuscirà ad attecchire.

@Il Sessista: sì non è male... peccato che sotto la strada c'è il circolo stile anni settanta:-(

Anonimo ha detto...

Io non mi fido troppo degli eucalipti sono terribilmente infestanti e consumano un sacco d'acqua. In Sardegna, ed altrove, venivano utilizzati per bonificare le paludi... ora sono vietati perchè hanno soppiantato buina parte della vegetazione autoctona e si bevono la poca acqua che c'è. Se è questione di consolidare consiglio piuttosto il vetiver... il "contadino" dovrebbe averne qualche pianta per la fitodepurazione e se chiedi a Marco di diariodellacoltivazione.blogspot.com ti saprà dire esattamente come "riprodurlo". Saluti! e scusa la lungaggine...

Harlock ha detto...

...ti ringrazio, se avevo qualche dubbio su l'eucalipto adesso non ne ho.
Per il vetiver ci avevo pensato, ma per pigroneria non mi sono dato alla ricerca.